THE MIST (2007) - RECENSIONE

La coppia King-Darabont ha prodotto sempre grandi risultati - ricordiamo Il Miglio Verde o Le Ali della Libertà - e questo The Mist, pur essendo inferiore, è davvero una bella pellicola.
Tratto da "La Nebbia", edito nella raccolta di racconti "Scheletri", narra la storia di una tranquilla comunità nel Maine di nome Bridgton che viene colpita da una terribile tempesta. Sembrerebbe un evento naturale normale, ma dopo la bufera invece di arrivare il sereno giunge una terribile nebbia che cova al suo interno delle minacce terribili. Per un gruppo di persone del tutto eterogenee, unica salvezza pare sia quella di barricarsi all'interno di un supermercato per affrontare il pericolo. Ma nella piccola comunità nascono subito dissidi e dissapori del tutto fuori luogo visto il pericolo comune.

La pellicola è intrisa di grandi significati religiosi e di una amara riflessione sul fatto che, anche di fronte ad un terribile pericolo comune e ignoto, le persone trovano il tempo di perdersi in schermaglie.
Il film si sofferma parecchio anche sull'adagio che il sonno della ragione genera mostri: la nebbia, qualunque cosa sia, è la manifestazione della colpa per la scriteriata violenza sulla natura, l'uso improprio delle risorse.
Dal punto di vista filmico, gli effetti sono sulla sufficienza stirata, davvero non molto strepitosi, ma quello che stupisce è la capacità di Darabont di dare una tensione incredibile rivelando a gradini molto piccoli, in un film quasi privo di armi convenzionali ma molto pieno di oggetti adeguati per attaccare o difendersi. Per quanto riguarda il reparto attoriale, la prova migliore, che è anche quella chiamata a dare un contributo maggiore, è la predicatrice; Thomas Jane fa il padre coraggio e Toby Jones fa il commesso poco considerato, gentile e che conosce tutti, ma che al momento buono sa tirare fuori gli attributi per sistemare a dovere le cose.

Un film inteso e calibrato, distribuito con un anno di ritardo sui nostri schermi - era il 2008 - diretto con efficacia e senza iperboli, che a volte usa la camera a mano quasi volesse accentuare sullo schermo una giornata di uomini normali in estrema difficoltà.
Finale a dir poco sconvolgente.