INTO THE STORM (2014) - RECENSIONE

Ed ecco che alla schiera dei film sui tornado (autentica croce di alcuni stati americani che costruiscono le loro case con appositi rifugi sotterranei) se ne aggiunge un altro, ad opera di Steven Quale, regista action e collaboratore fidato di Cameron. Quale è amante del documentario e della ripresa diretta a tale punto che pur con un budget di buon livello decide di fare il suo film come se fosse in prima persona, tanto da dimezzare lo schermo in larghezza per dare l'impressione di una visione televisiva. La trama è quanto mai semplice, un gruppo di ricercatori ha messo a punto un mezzo corazzato chiamato Titus per riuscire ad effettuare delle riprese indimenticabili direttamente nell'interno dell'occhio del ciclone. Sulla cittadina di Silverstone, impegnata nella cerimonia della consegna dei diplomi, si abbatteranno numerosi tornado, per cui il gruppo decide di andargli incontro per testare il mezzo e riuscire nell'impresa documentativa, seguiti da due personaggi eccentrici bevuti e fumati che vogliono diventare delle star di youtube.
Purtroppo non immagineranno esattamente la portata dell'evento e si troveranno coinvolti in una lotta per la vita, insieme ad altre persone che si aggiungeranno lungo e nel cammino di distruzione delle gigantesche trombe d'aria. Disaster movie che passione, peccato che questo realizzato nell'era tecnologica e come se fosse un documentario con tanto di interviste ha ben poca presa emotiva che ci parlano di futuro tra venticinque anni, l'unico momento veramente importante è quando si forma il tornado, il resto sono storielle grandi e piccole di eroismi a tutti i costi, ed è così che vediamo che padre coraggio Richard Armitage prodigarsi in scene da Superman, la consapevole Sarah “Prison Break e Walking Dead” Wayne Callies fare tattica per salvare vite con la sua sensibilità nel riconoscere il formarsi dei tornadi, giovani ragazzi scapestrati diventare responsabili dopo la tragedia. 
Mentre aerei passeggeri vengono sbalzati dalle piste di decollo (a Silverstone c'è davvero tutto, comprese le sirene d'allarme, e non si capisce come mai non si sono allontanati prima ma il cinema carrozzone vive anche di questi paradossi). Un film catastrofe così mal strutturato da risultare dopo un po' anche noioso, tra tutte queste cose che via via perdono i pezzi di interesse come le case i tetti. Oltre agli effetti decisamente poco da ricordare. In un film di questo tipo può anche bastare a più di qualcuno.