Jack, Kate e Sawyer vengono tenuti prigionieri dai misteriosi abitanti dell’isola, che fin da subito mostrano dinamiche interne complesse e misteriose. Una donna, di nome Juliet, cerca di guadagnarsi la fiducia di Jack, sotto il controllo diretto di Ben, che sembra subito essere il vero e proprio capo degli altri. La prima parte della stagione è incentrata sullo scoprire chi siano in realtà queste persone, che vivono in moderne case in legno provviste di tutti i comfort, e sembrano complottare tra di loro.
Dall'altro lato dell’isola, invece, Desmond, Locke e Mr Eko sono sopravvissuti all'esplosione del bunker della Dharma, riportando strani effetti collaterali.
L’introduzione del personaggio di Juliet gioca un ruolo chiave, ed è decisamente una carta vincente per la serie, diventando fin da subito il personaggio femminile con maggior spessore psicologico.
La prima metà della stagione è composta da episodio più o meno riusciti, con picchi di qualità sia in negativo che in positivo, alla perenne ricerca di nuove strade. Alcune scelte non riuscite, grazie al contatto tra autori e fan, vengono brutalmente eliminate dopo la pausa fatta successivamente al sesto episodio. Parliamo nello specifico dei personaggi di Nikki e Paulo, due nuove aggiunte dal dubbio spessore, pessimamente introdotti come se fossero anch’essi superstiti del volo 815. La coppia trova senso proprio nel momento della propria, tremenda, dipartita, nell’ottimo episodio dedicatogli, dove vengono letteralmente sepolti vivi.
Fortunatamente assistiamo ad una ripresa strabiliante nella seconda metà di stagione, raggiungendo livelli di scrittura elevatissimi e portando ad un finale entusiasmante.
La prima metà della stagione è composta da episodio più o meno riusciti, con picchi di qualità sia in negativo che in positivo, alla perenne ricerca di nuove strade. Alcune scelte non riuscite, grazie al contatto tra autori e fan, vengono brutalmente eliminate dopo la pausa fatta successivamente al sesto episodio. Parliamo nello specifico dei personaggi di Nikki e Paulo, due nuove aggiunte dal dubbio spessore, pessimamente introdotti come se fossero anch’essi superstiti del volo 815. La coppia trova senso proprio nel momento della propria, tremenda, dipartita, nell’ottimo episodio dedicatogli, dove vengono letteralmente sepolti vivi.
Fortunatamente assistiamo ad una ripresa strabiliante nella seconda metà di stagione, raggiungendo livelli di scrittura elevatissimi e portando ad un finale entusiasmante.
Sul piano tecnico la terza stagione si comporta molto bene, soprattutto per quanto concerne la regia. La recitazione è di altissimo livello, come sempre, mentre le musiche, specie negli episodi finali, sono davvero evocative. La stagione è molto sperimentale a livello narrativo, alla continua ricerca di un suo sviluppo. I flashback, infatti, mostrano le prime crepe, specie quando trattano di personaggi già indagati a sufficienza. Decisamente più interessanti, invece, quelli su personaggi ancora da scoprire, come Ben e Juliet, o anche gli sfortunati Nikki e Paulo, che quantomeno sono freschi a livello narrativo. Complessivamente, il lavoro svolto anche sui flashback dei personaggi già noti è abbastanza buono, ma si sente chiaramente l’esigenza di rinnovamento, che non tarderà ad arrivare. Infatti con l’ultimo episodio della stagione vengono introdotti i flashfoward. Anziché indagarne il passato (ormai sondato in lungo e in largo), si getta luce sul futuro dei personaggi, dando, a livello narrativo, una grande boccata d’aria fresca.
Concludendo, la terza stagione di Lost è una stagione complessivamente esaltante, anche se imperfetta, con alcuni sensibili cali di qualità nei momenti “riempitivi”. Ma, in virtù delle vette che riesce a raggiungere grazie ad episodi cardine e grazie ad una strabiliante realizzazione tecnica, e soprattutto grazie alla cura con cui sono trattati i personaggi, riesce comunque a raggiungere un nuovo importante traguardo e a portare la narrazione complessiva a livelli sorprendenti.
Concludendo, la terza stagione di Lost è una stagione complessivamente esaltante, anche se imperfetta, con alcuni sensibili cali di qualità nei momenti “riempitivi”. Ma, in virtù delle vette che riesce a raggiungere grazie ad episodi cardine e grazie ad una strabiliante realizzazione tecnica, e soprattutto grazie alla cura con cui sono trattati i personaggi, riesce comunque a raggiungere un nuovo importante traguardo e a portare la narrazione complessiva a livelli sorprendenti.
Titolo: Lost
Genere: avventura, drammatico, fantascienza
Episodi: 22
Durata episodi: 40 minuti
Trasmissione italiana: Fox Italia (Sky)