ZOO - Stagione 1 - RECENSIONE

La storia è tratta da un romanzo scritto da James Patterson e vede un gruppo di quattro persone, apparentemente slegate fra di loro, che presto si ritrova a fare cerchio sui fatti che stanno sconvolgendo l'umanità. Gli animali si stanno ribellando, si stanno velocemente evolvendo senza procedere per gradi. In pratica la natura cerca di sovrastare l'uomo e il regno animale, attraverso leoni, cani, pipistrelli, topi, gatti, leopardi, ecc. non solo minaccia l'incolumità della popolazione, ma si organizza proprio per fare in modo che si estingua. Ogni animale è predatore, si organizza in branchi, conosce il limitato potere umano, che è sicuramente l'essere più dotato di intelletto al mondo, ma è allo stesso tempo un essere facente parte dei piani più bassi della catena alimentare. Gli unici a comprendere questo cambiamento sono Jackson Oz (James Wolk) e Abraham Kenyatta (Nonso Anonzie), che gestiscono inizialmente una riserva turistica dove gli eventi cominciano a prendere piede, Jamie Campbell (Kristen Connoly), che sospetta che dietro questa mutazione ci sia un inquinamento generato da una lobby industriale, Mitch Morgan (Billy Burke), uno scienziato esperto che lavora presso uno zoo al quale è affidato il compito di scoprire le cause dell'epidemia, e Chloe Tousignant (Nora Arnezed), che scopriremo meglio nel corso degli episodi. Insieme, girando il mondo, cercheranno di fermare l'avanzata che li vuole sterminare. 
 Come detto in precedenza, la trama è un continuo crescendo. Inizialmente vi sono pochi elementi che guardano a un futuro longevo per poi, episodio dopo episodio, scaturire in dettagli sempre più interessanti e che convergono l'attenzione in maniera decisa. Nelle puntate finali addirittura si sfiora proprio la tensione, la si tocca con mano, i protagonisti lottano su più fronti e i minuti scorrono con piacere e coinvolgimento. Quel che rende maggiormente è il fatto di aver presentato i quattro protagonisti senza far scegliere da che parte stare, a tutti loro è stato destinato il medesimo minutaggio, gli stessi rapporti interpersonali e l'identica voglia di vederli trionfare senza soccombere al nemico, sia animale che umano. Questo ha fatto sì che non ci si perdesse in periodi in cui vi era un unico protagonista al centro dell'attenzione sperando di "andare avanti con la storia", generando invece un'attenzione costante. Una bella scelta da parte della sceneggiatura. 
Il cast è di alto livello, praticamente tutti gli interpreti bazzicano la televisione, con fortune altalenanti, da diverso tempo. E' realmente difficile scegliere il migliore nel suo ruolo, ma quel che più conta e che è stato sicuramente centrato l'obiettivo di porre l'attore giusto nel personaggio a lui più consono. Ne deriva che James Wolk è un belloccio dal sorriso che attira, capace di lottare e interagire, un Indiana Jones moderno che con in mano una frusta sappiamo che riuscirà a cavarsela in mezzo a un branco di leoni; Nonso Anonzie è l'energumeno forte e impavido, ma che dentro nasconde orribili ricordi, la roccia dal cuore tenero; Kristen Connoly è invece la classica "perfettina" già vista in House of Cards, che lotta per il bene comune, intrepida e mai doma; Billy Burke è lo scienziato stanco della vita, cinico, che però odia il suo passato per come lui stesso lo ha costruito; infine Nora Arnezeder, che è stata la new entry più sorprendente di Zoo, raramente vista in TV, è un'artista francese che sa mostrare i muscoli mescolandoli al fascino.Sicuramente il casting è stato il punto forte dello show.
Non neghiamo il fatto che a volte ci si sia trovati di fronte ad azioni degne degli Hong Kong Movie degli anni '90 piuttosto che il più recente Sharknado, ma era realmente difficile rendere il concetto con lo scarso budget destinato a questi show. Gli animali incutono timore, ma il distacco di telecamera e il montaggio lasciano un po' il tempo che trovano, mostrando le bestie inferocite chiaramente fuori dal campo per poi staccare sui protagonisti impauriti. Vi sono rari momenti in cui i due elementi sono portati alla luce contemporaneamente e questo si nota molto nella resa finale. Per tutto il resto, il reparto tecnico è sufficiente: promossi dialoghi e scenografie o ambientazioni. Si è apprezzato molto il cambio repentino di ambientazione, dall'Africa agli Stati Uniti, all'Europa e così via, in modo tale da destinare la minaccia nel suo habitat naturale. Molto interessante infine il finale che in pratica richiama necessariamente una seconda stagione. 
Non siamo di fronte a un capolavoro o un must have sensazionale, ma Zoo ha convinto e in questa estate è stato tra i pochi prodotti matricola a meritare una promozione. Un thriller originale che, date le premesse, poteva tranquillamente steccare in quanto aveva una trama poco entusiasmante e difficilmente realizzabile, ma con ottime scelte di sceneggiatura e un cast di alto livello, che fa spesso la differenza, si merita perlomeno il lusso di obbligare gli amanti delle serie televisive a darci un occhiata. Se hanno pazienza, questa verrà premiata.


Titolo: Zoo
Genere: drammatico, thriller, fantascienza
Episodi: 13
Durata episodi: 40 minuti
Trasmissione italiana: Rai 4