ROMULUS - Stagione 2 - RECENSIONE

La prima stagione di Romulus, uscita nel 2020, si apriva nel cuore della cittadina di Alba Longa, nel Lazio, nel momento di maggiore difficoltà per la Lega latina, guidata da re Numitor, a causa di una lunga carestia. Rivolgendosi alle Vestali, il re chiedeva pioggia e prosperità, che però non giungevano. I dissapori sempre crescenti, e ormai diffusi all’interno della corte, lo avevano messo in cattiva luce con gli altri capi delle tribù, e qualcuno aveva cominciato a pianificare il suo assassinio e quello della sua progenie.
Enitos e Yemos, i suoi unici figli, erano cresciuti al sicuro e lontani dai pericoli, vivendo l’uno per l’altro e condividendo i segreti più intimi. Il loro rapporto, però, si era spezzato quando lo zio Amalius, fratello minore del re, aveva ucciso l’erede al trono, non riuscendo però a trucidare anche Yemos, che era fuggito nella foresta. Amalius aveva quindi accusato il nipote sopravvissuto della morte del re, prendendo il potere e incorandosi sovrano dell’intera Lega latina.
Nel frattempo, Yemos incontra Wiros, uno schiavo fedele alla Dea Lumia, la signora dei Lupi, che lega entrambi da un vincolo di carne e sangue, facendoli diventare fratelli e sua progenie. Ilia, la figlia di Amalius, invece aveva tradito le Vestali, diventando fedele al Dio Marte subito dopo la morte dell’amato Enitos, giurando così vendetta a Yemos. La prima stagione si era conclusa con la riconquista di Alba Longa e la vittoria di Yemos e Wiros, che avevano rinunciato alla città per costruire Roma.
Un anno dopo, Yemos e Wiros si ritrovano a contrattare con Titos, re dei Sabini. 
È in gioco, infatti, la sopravvivenza stessa di Roma. Costretti a doversi aggiudicare la pace, i due fratelli incontrano Titos per raggiungere un accordo vantaggioso, che riconosca sia l’esistenza di Roma che l’autorità dei Sabini. I nuovi nemici vantano un esercito più forte e una terra ricca e prospera nel Lazio settentrionale, che consente loro di avere approvvigionamenti e truppe sempre pronte alla guerra. Roma, al contrario, può contare solo su mura alte e imponenti, oltre che sulla protezione della Dea Lumia. Re Titos promette la pace solo in cambio di un sacrificio di sangue e carne ma riconosce un solo re di Roma, disprezzando Wirros e compatendo Yemos. Le offese di Titos, tuttavia, scalfiscono i due fratelli: una volta scoperto l’assassinio avvenuto per mano delle sue sacerdotesse ai danni di una giovane della loro compagnia, gli giurano vendetta. Decidono così di rapire, prima di fuggire, le fedeli del Dio Sarcos: tra di loro c’è Ersilia, una figura di spicco di questa seconda stagione, che si concentra non solo sulle lotte esterne ma soprattutto sulle interne, perché i dissapori tra i fedeli della Dea Lumia e i Latini indeboliscono Wirros e Yemos, che si ritrovano a dover contare su loro stessi e cercare soluzioni per non scontentare nessuno.

Se nella prima stagione la regia si concentrava sul rapporto tra Yemos e Wirros e sulla vendetta nei confronti di Amalius, nella seconda è la guerra la reale protagonista. La politica, in precedenza raccontata in maniera marginale, nella seconda stagione assume un ruolo rilevante e crescente, specie durante la lotta tra i Sabini e i romani, costretti a contendersi il confine mentre le tribù Latine, ritrovandosi tra due fuochi, preferiscono evitare la guerra e sottostare al più forte.
La narrazione, che segue quanto di buono è stato realizzato nella prima stagione, è confezionata con attenzione. Il merito è di una scrittura esaltante, fresca e stimolante. Complice la regia, ogni elemento della storia è curato con passione, coinvolgendo e accompagnando lo spettatore in otto episodi appassionanti, tenendolo letteralmente attaccato allo schermo. È infatti complesso distrarsi in Romulus II: La Guerra per Roma, perché il racconto non è soltanto orchestrato in modo egregio, ma è pure fluido. Siamo davanti, e lo diciamo senza esitare, a una delle produzioni italiane migliori degli ultimi cinque anni. Conserva una bellezza commovente che si estende dall’inizio alla fine, cogliendo una profondità e intensità narrativa che coinvolge ogni singolo aspetto della produzione, trasmettendo emozioni diverse. Abbiamo provato paura, sgomento e compassione, ma anche disgusto, rabbia e passione. Il merito è soprattutto delle interpretazioni magistrali dell’intero cast, che è riuscito a sorreggere l’impegnativa ma ottima scrittura di Matteo Rovere, che, come regista e scrittore della serie, ha offerto l’ennesima prova encomiabile della sua carriera.
Poetica, trascinante e coinvolgente, la seconda stagione di Romulus arriva nel momento giusto, subito dopo Gli Anelli del Potere e House of the Dragon. La produzione di Matteo Rovere è monumentale, e non ha nulla da invidiare ad altri nomi più altisonanti, pesanti e rilevanti del cinema o del mondo relativo alla serie televisive. Ecco, a tal proposito: immaginate Romulus al cinema e trasmesso su uno schermo gargantuesco. Si prenderebbe, da solo, l’intera scena e catturerebbe ogni spettatore all’interno della sala già solo per la sua ottima fotografia.
Sebbene non sia stata ancora annunciata la terza stagione, il finale aperto lascia presagire che la serie continuerà in futuro. Roma, d’altronde, non è stata costruita in un giorno, e lo scranno è ancora vuoto, poiché attende il vero Romulus.


Titolo: Romulus
Genere: drammatico, avventura, azione, storico
Episodi: 8
Durata episodi: 44-63 minuti
Trasmissione italiana: Sky Atlantic