SORELLA MORTE (2023) - RECENSIONE

Nella Spagna postbellica degli anni Quaranta, una speciale bambina – dotata di poteri extrasensoriali – diviene famosa in tutto il Paese come la “niña santa” dopo aver visto la Vergine Madre. Dieci anni dopo, la bambina diventata una giovane novizia dal nome Sorella Narcisa, raggiunge un ex convento, trasformato dopo la guerra in un collegio femminile, in cui si accinge a prendere i voti perpetui mentre insegna lingue e scienze al posto della scomparsa Sorella Inès. Ma orribili e oscuri segreti circondano la scuola e si manifestano alla giovane come fenomeni inquietanti: sedie che cadono, strani disegni sui muri e incubi indicibili. Giorno dopo giorno, gli speciali poteri di Narcisa riemergono mostrandole l’orribile e atroce verità nascosta tra quelle mura.
Poche cose al mondo fanno terrore tanto quanto la storia e l’iconografia della religione cattolica declinata in chiave horror e demoniaca. E questo Plaza – co-regista di uno dei più grandi franchising horror soprannaturali sugli zombi, la saga REC – lo sa bene e sceglie questa volta di sperimentarlo. Senza troppa fatica, Sorella Morte trascina sullo schermo gran parte delle contraddizioni e delle ipocrisie religiose, dando vita a circa 90 minuti di ansia, angoscia, disagio e paranoia.
Per rendere più semplice e lineare la narrazione, Plaza si avvale di una struttura episodica e suddivide il film in tre capitoli intitolati “La bambina santa”, “Se scrive il tuo nome, sei maledetta” e “La Sorella Soccorro”. Nonostante i continui jumpscare e la profonda tensione psicologica, la storia procede per gran parte del film con un ritmo lento e teso che incalza con violenza solo nell’ultima parte.
Regia e fotografia cooperano nel costruire una tetra e inquietante atmosfera retta da un intenso simbolismo, religioso e non: riti, preghiere e agiografie miscelate, come se non bastasse, anche a un agghiacciante e suggestivo gioco di mani e sguardi. Gli occhi, in particolar modo, sono elevati da Plaza a elemento chiave per la comprensione della misteriosa Sorella Morte in Veronica: quegli stessi occhi che all’inizio del film sono in grado di ammirare l’impossibile finiscono poi per diventar ciechi, forse peccatori di aver visto fin troppo. Inoltre, tanti sono i punti di riflessione che Plaza e Guerricaechevarria seminano in questa pellicola, come per esempio: il complesso e doloroso momento storico della guerra civile spagnola, la dolorosa omertà di cui spesso sono intrise le mura dei luoghi di culto, le tremende antinomie che affliggono la religione.
Paco Plaza è, senz’altro per molti, un grande maestro dell’horror spagnolo. E ciò lo riconferma Sorella Morte, un prequel esaustivo, incisivo e solido che non mira tanto a spaventare, quanto piuttosto ad agitare e turbare fortemente. Rappresentando una favola orrorifica di sanguinosa e “sacra” vendetta, il cineasta valenziano gioca con i sentimenti più bui del pubblico che, in alcuni momenti, finisce anche per immedesimarsi nella protagonista. Il pubblico cade vorticosamente, così, nel riflesso di Narcisa, sprofondando in un drammatico mare di dolore, dubbi e collera.
Al di là dell’eccessiva lentezza iniziale e di qualche stonatura narrativa, la pellicola di Plaza colpisce nel segno, catturando lo sguardo attento dello spettatore e regalandogli un’ora e mezza di tormentata irrequietezza.


Titolo: Sorella Morte
Anno: 2023
Distribuzione: Netflix
Durata: 89 minuti