EXODUS: DEI E RE - EXODUS: GODS AND KINGS (2014) - RECENSIONE

Arrivano Mosè e l'esodo in versione Ridley Scott, con protagonista Christian Bale. Ovviamente, come nel caso di Robin Hood, la storia viene stravolta, inserendo delle variazioni più o meno pesanti sulla base principale. Il Mosè di Scott (che ha dedicato il film al fratello scomparso Tony) è un guerriero e maestro d'armi, che agisce come condottiero combattente per il suo popolo, spalleggiato da un Dio bambino che ha deciso di intervenire per porre fine alle sofferenze e alla schiavitù del popolo ebreo dopo quattrocento anni. Dopo aver salvato Ramses, le origini ebree di Mose vengono alla luce e il faraone, seppure a malincuore, deve allontanare l'amico di sempre in un esilio che dura nove anni, nei quali Mose conosce una bella donna, coltiva l'amore per il suo popolo, sentendosi sempre più ebreo e sempre meno egiziano. 
Quando realizza che è giunto il momento che un condottiero salvi tutti gli ebrei e ponga fine alle sofferenze inaudite che gli egiziani impongono, aiutato da una trasfigurazione di Dio diventato bambino, cominciano le piaghe e i combattimenti.
Scene di massa grandiose, scenografie sfarzose degne dei migliori kolossal, il lavoro di Scott non lesina uomini e mezzi, si prodiga nei punti cardine a stupire lo spettatore, che magari avendo già visto il ben più incisivo Dieci comandamenti fa i dovuti paragoni.
Il senso delle cose e dell'esodo è lo stesso, avviene tutto leggermente modificato anche per adeguarlo ai tempi moderni, come i coccodrilli che azzannando i pescatori rendono il Nilo di sangue, mentre l'occhio che vuole la sua parte viene ampiamente soddisfatto il senso del magnifico del racconto si perde, appesantito dal Dio bambino pieno di rabbia ben poco credibile e che magari fa attirare gli strali dei cattolici oltranzisti, film troppo pieno di armature, inseguimenti e combattimenti ridondanti di varia natura.

Molti si chiedevano se Bale era adatto per la parte, per questo Mosè moderno decisamente sì, per quello di Cecil B. DeMille del 1956 con Charlton Heston e Yul Brinner assolutamente no.
Un film decisamente intrigante.