BENVENUTO PRESIDENTE (2013) - RECENSIONE

Riccardo Milani (“Auguri professore” per chi se lo ricorda) ci presenta una storia assurda, nella quale un simpatico bibliotecario di un paesino del nord, Peppino, viene improvvisamente eletto Presidente della Repubblica Italiana. Per una persona che ha appena rifiutato la presidenza del circolo di pesca (“troppa responsabilità”), la chiamata alla guida del paese sarà un impresa impossibile. Ma la bonarietà e l’onestà saranno imprevisti che cambieranno la storia.

Bisio è un bravo presentatore, all’occorrenza attore quando affiancato da una buona spalla (vedi Siani) o inserito in un contesto più ampio (Maschi contro Femmine). In un film incentrato esclusivamente su non emergono limiti anche se la comicità si ferma alla gag in stile “oggi comiche” e la sua credibilità, a prescindere dal personaggio interpretato, fatica non poco ad essere presa sul serio. Per questo Peppino stona più volte nel corso della storia, vuoi per una regia dal ritmo veloce, vuoi per la mancanza di emozioni trasmessa dal personaggio che non vacilla quasi mai durante il suo mandato. Il contorno parlamentare lascia anche in questo caso perplessi fino a chiedersi del perchè scomodare un ottimo attore come Beppe Fiorello per una parte piena di punti interrogativi. L’eccezione prende la, bella, forma di Kasia Smutniak. La serietà del suo personaggio (è vice segretario del Presidente) si intona molto bene nell’ambiente, distinguendola dalla massa. Il suo separare la vita privata da quella professionale è lodevole, un classico diavolo e acqua santa.
Nel film corre comunque un interessante dietro le quinte della vita “a palazzo”, fatta di trattamenti reali e corridoi infiniti. L’equilibrio della corsa a non cadere nella retorica regge bene sino al discorso finale del protagonista dove affonda con tutte le scarpe. Ironia e satira ci sono ma senza calcare la mano, soffocate dalle gag a volte divertenti, spesso banali.

Più che ridere si sorride. Bisio offre quello per cui è famoso, cioè un interpretazione grottesca del personaggio. E’ piacevole se presa alla leggera come deve essere, se invece ci aspettiamo di tenerci lo stomaco con le mani, pretendiamo troppo.