I suoi piani verranno ostacolati dall’agente Ethan Hunt che, legato da un rapporto d’amicizia a Vladimir, è più che mai desideroso di trovare Ambrose. Ad aiutarlo in questa nuova missione sarà Nyah, ladra professionista ed ex amante dello stesso Ambrose, oltre agli amici Billy e Luther.
L’agente Ethan Hunt è tornato, ma stavolta a guidarlo non è più l’eleganza della spy story di Brian De Palma, ma il roboante universo action di John Woo. Il corpo atletico di Cruise si fonde sempre di più con quello dell’agente Hunt, diventando il mezzo privilegiato attraverso cui il regista di Hong Kong dà libero sfogo ad una spettacolare messa in scena, giocando su inquadrature piene di tensione, non solo emotiva, ma anche – e soprattutto – muscolare. Tom Cruise è chiamato a mercificare se stesso in favore di una pellicola che si inchina all’azione a tutti i costi.
Se dietro la macchina da presa vi fosse stato chiunque meno esperto, Mission: Impossible 2 sarebbe stato solamente l’ennesimo esempio di un nuovo cinema delle attrazioni, che sacrifica la storia a favore di effetti speciali utili a ingraziarsi il pubblico. Ma l’esperienza e il talento di John Woo fanno dimenticare i deficit di un soggetto banale e già visto, a favore di coreografie studiate fin nel minimo dettaglio che, se da una parte rispondono al bisogno di svago dello spettatore medio, dall’altra permettono di trovare pregi in un prodotto filmico destinato palesemente al mainstream. Proprio attraverso la chiave stilistica del regista cinese, M:I 2 riesce a tagliarsi una nicchia privilegiata, che oscilla tra il blockbuster e un'elitaria autorialità , con più di una strizzata d’occhio a capisaldi del genere spionistico come Intrigo Internazionale.
Come già detto, il punto debole della pellicola è da ricercarsi in un soggetto scialbo, che diventa un mero pretesto per mettere in scena inseguimenti al fulmicotone e granitiche esplosioni. La classica tematica del bene contro il male viene sminuita in una lotta impari, in cui all’eroe va sempre tutto troppo bene, con antagonisti ridicolizzati in personaggi quasi macchiettistici, che mancano di quell’approfondimento psicologico necessario a tutti i migliori villain. Questi deficit di narrazione impediscono al film di John Woo di ambire ad una posizione che valichi i limiti del film di puro (e solo) intrattenimento. Non che questo sia necessariamente un difetto: con un incasso totale di circa 546 milioni di dollari, M:I 2 si dimostra una missione ampiamente riuscita.
Come già detto, il punto debole della pellicola è da ricercarsi in un soggetto scialbo, che diventa un mero pretesto per mettere in scena inseguimenti al fulmicotone e granitiche esplosioni. La classica tematica del bene contro il male viene sminuita in una lotta impari, in cui all’eroe va sempre tutto troppo bene, con antagonisti ridicolizzati in personaggi quasi macchiettistici, che mancano di quell’approfondimento psicologico necessario a tutti i migliori villain. Questi deficit di narrazione impediscono al film di John Woo di ambire ad una posizione che valichi i limiti del film di puro (e solo) intrattenimento. Non che questo sia necessariamente un difetto: con un incasso totale di circa 546 milioni di dollari, M:I 2 si dimostra una missione ampiamente riuscita.