Preceduta da un nome importante alle spalle come quello del grande cacciatore di vampiri Van Helsing, questa serie fa il paio a The Strain, con una vena decisamente più fumettistica e meno scientifica. I vampiri che vediamo comparire in questo piccolo schermo assomigliano per certi versi alla serie sopra citata prodotta da Guillermo Del Toro (prossimamente in Death Stranding). Più animali che ragionati, più istintivi che ponderati, i vampiri con cui si confronta Vanessa e la sua truppa di prodi sono una cooperativa di belve affamate, con tutte quelle peculiarità proprie del mito, ma nulla a che vedere con i vampiri saggi e carismatici di Brad Pitt e Tom Cruise in Intervista col Vampiro.
Anche lo sfondo post apocalittico va a braccetto con quello lercio e disperato di The Strain, vestendo il contesto con gli abiti scuri di un colpo di stato vampiro. I succhia sangue stanno, pezzo dopo pezzo, lembo dopo lembo, frammentando la razza umana, cambiandola in un mostro fedele alle tenebre.
La lotta sembra ormai pendere decisamente verso una piena conquista animale, ma Vanessa irromperà nel cuore della battaglia per rovesciare le sorti dell’incontro.
Nonostante l’idea di fondo sembri davvero interessante, la serie stenta un po’ ad incidere. Raccogliere il testimone di Van Helsing è certamente un punto a favore a livello pubblicitario, ma diviene anche una responsabilità su cui edificare un altrettanto degno lavoro. Se vi aspettate di vedere una serie, che come Daredevil, renda ancor più lucente il fumetto da cui prende i natali; Van Helsing non compie lo stesso miracolo.
I personaggi non sono poi così incisivi, a partire dai Villain. La stessa Vanessa, per la quale è stata cucita un’armatura decisamente umana, non riesce benissimo a far combaciare le sue debolezze con l’eroe che dovrebbe rappresentare.
La sceneggiatura non veleggia a grandi velocità , ma tiene comunque una quota abbastanza buona. I dialoghi sono un po’ scontati, in piena sintonia con gli standard di tante altre serie, ma non recitano tuttavia una parte cruciale del canovaccio. L’azione e lo scontro risultano essere sempre in prima linea, evidenziati da una trincea di proiettili e fiumi scarlatti che riempiono anche la scenografia.
Alle volte, più che una battaglia, sembra di vedere semplicemente l’ennesimo survival post-apocalittico; una lotta perenne tra l’uomo e i suoi costrutti, sfumati di epicità , ma scarni di coinvolgimento.
I personaggi non sono poi così incisivi, a partire dai Villain. La stessa Vanessa, per la quale è stata cucita un’armatura decisamente umana, non riesce benissimo a far combaciare le sue debolezze con l’eroe che dovrebbe rappresentare.
La sceneggiatura non veleggia a grandi velocità , ma tiene comunque una quota abbastanza buona. I dialoghi sono un po’ scontati, in piena sintonia con gli standard di tante altre serie, ma non recitano tuttavia una parte cruciale del canovaccio. L’azione e lo scontro risultano essere sempre in prima linea, evidenziati da una trincea di proiettili e fiumi scarlatti che riempiono anche la scenografia.
Alle volte, più che una battaglia, sembra di vedere semplicemente l’ennesimo survival post-apocalittico; una lotta perenne tra l’uomo e i suoi costrutti, sfumati di epicità , ma scarni di coinvolgimento.
Non voglio però, parlar troppo male di questa nuova serie, perché saremmo una bugiarda se non ammettessi che è comunque una buona produzione. Probabilmente le mie aspettative dovevano essere un po’ troppo alte, ma infondo è quello che succede quando si sbandiera apertamente un nome roboante come quello di Van Helsing.
Non verrà certamente messo in prima fila nella vetrina della piattaforma streaming più famosa al mondo, ma di sicuro è un ottimo contorno a portate ben più prelibate.
Titolo: Van Helsing
Genere: azione, drammatico, horror, fantasy
Episodi: 13
Durata episodi: 42 minuti
Trasmissione italiana: Netflix