La serie si era distinta tra le tante del panorama crime antologico due-tre anni or sono per la tematica che accomunava i casi stagionali con cui il detective Harry Ambrose (Pullman) si trovava ad avere a che fare, la religione. Complice l'interpretazione sopra le righe di un'inedita Jessica Biel nei panni di Cora Tannetti, moglie e madre amorevole che improvvisamente compie un atto efferatissimo e inspiegabile, la prima stagione fu un successo di pubblico e critica. Nella seconda il focus si spostava su un ragazzino minorenne che confessava di aver ucciso i genitori, toccando un'altra fascia delicata, quella dei minori. In entrambi i casi i due sospettati avevano una storia personale e familiare legata alle tradizioni e alla religione, vista da molteplici punti di vista. Il "peccatore" del titolo erano loro ma anche Ambrose, e anche ognuno di noi spettatori.
Nella terza stagione di The Sinner ci addentriamo nel mondo dell'insegnamento, attraverso gli occhi di un giovane professore benestante, Jamie Burns. L'uomo è a una svolta importante della propria vita, sta per diventare padre ma sembra soffocato da questo passo in avanti familiare. Lui lo nega, ma l'arrivo a sorpresa di un vecchio amico del college, Nick Haas, sembra mettere tutto in discussione. Qual è il vero rapporto fra i due e perché l'arrivo di Nick fa crollare così tanto il mondo che Jamie si è costruito? Al detective Ambrose il compito di scoprirlo, soprattutto dopo che una morte improvvisa e misteriosa coinvolge i due amici.
Harry Ambrose si inserisce nel filone dei detective, come spesso accade sul piccolo schermo, consumati dal proprio lavoro e dal bisogno di scoprire la verità a tutti i costi e di relazionarsi coi propri sospettati oltre che con le vittime. Casi da cui il detective finisce per essere ossessionato e legato a doppio filo. In questi nuovi episodi, attraverso l'indagine su Jamie Burns, Ambrose mette ancora una volta in discussione se stesso, il proprio credo e il proprio metodo investigativo. Si espone fin troppo con Jamie raccontandogli le proprie paure e timori per far emergere quelle del sospettato, e scoprire come siano andate davvero le cose quella fatidica notte. La tematica, però, complice l'ambiente scolastico che dovrebbe formare le giovani menti del futuro, si trasferisce dalla religione a un altro tipo di credo, quello filosofico, mescolando (troppo) confusamente stralci di pensiero nichilista e di critica all'apparente equilibrio della società borghese. Mostrando così tra passato e presente come la nostra istruzione, soprattutto quella "autonoma" del college, ci forgi e ci renda ciò che siamo (o vorremmo essere) da adulti.
Harry Ambrose si inserisce nel filone dei detective, come spesso accade sul piccolo schermo, consumati dal proprio lavoro e dal bisogno di scoprire la verità a tutti i costi e di relazionarsi coi propri sospettati oltre che con le vittime. Casi da cui il detective finisce per essere ossessionato e legato a doppio filo. In questi nuovi episodi, attraverso l'indagine su Jamie Burns, Ambrose mette ancora una volta in discussione se stesso, il proprio credo e il proprio metodo investigativo. Si espone fin troppo con Jamie raccontandogli le proprie paure e timori per far emergere quelle del sospettato, e scoprire come siano andate davvero le cose quella fatidica notte. La tematica, però, complice l'ambiente scolastico che dovrebbe formare le giovani menti del futuro, si trasferisce dalla religione a un altro tipo di credo, quello filosofico, mescolando (troppo) confusamente stralci di pensiero nichilista e di critica all'apparente equilibrio della società borghese. Mostrando così tra passato e presente come la nostra istruzione, soprattutto quella "autonoma" del college, ci forgi e ci renda ciò che siamo (o vorremmo essere) da adulti.
Al centro dei nuovi episodi sono quindi i rapporti ambigui fra i vari personaggi. Quello fra Jamie e Nick, dettato dal loro oscuro passato; quello fra Jamie e la moglie, che scopre con orrore e sgomento di non conoscere per nulla il marito dopo l'arrivo di Nick; quello fra Jamie e l'artista Sonya Barzel. Quest'ultima è l'altra new entry poco convincente della stagione, quasi "costretta" dalla sua anima di artista "alternativa". Ancora una volta vengono analizzate le cause e le conseguenze dell'atto criminale, che in questo caso tocca da vicino e nel profondo Ambrose, disposto a mettersi totalmente a nudo pur di smascherare il colpevole (l'emblema del rapporto ambiguo di questa stagione). Il che porta a chiedersi: quanto bisogna spingersi oltre per arrivare alla verità ? Il gioco vale la candela? Il fine giustifica i mezzi? La risposta, ovviamente, va al detective, e agli spettatori.
Genere: drammatico, thriller, giallo
Episodi: 8
Durata episodi: 40-46 minuti
Trasmissione italiana: Premium Crime