VIKINGS, VALHALLA - Stagione 2 - RECENSIONE

Leif è ancora in cerca di vendetta contro Olaf, ma i nuovi sviluppi politici di Kattegat lo dissuadono e lo portano a ricongiungersi con la sorella Freydis e con il principe Harald. Presto però si trovano messi alle strette e costretti alla fuga. Finiranno poi per dividersi, con Freydis che si propone come sacerdotessa dei vecchi dèi mentre Harald cerca fortuna a Novgorod e poi verso Costantinopoli, trascinandosi dietro il meno convinto Leif. Nel mentre, in Inghilterra, alla corte di re Canute assente per una guerra in Danimarca, Earl Goodwiin sembra aver abbandonato le sue trame ed essersi deciso a sposarsi. Quando però va a vuoto un attentato contro la regina Emma, questa inizia a dipanare la tela di un complesso intrigo.
Vikings: Valhalla torna con una seconda stagione meno spettacolare, che segue tre linee narrative, tra intrighi di corte e avventure in terre lontane, ma senza grandi battaglie.
Considerata anche l'eredità della longeva Vikings, che costruiva di puntata in puntata il crescendo verso uno o due grandi scontri campali o assedi per stagione, la nuova annata di Vikings: Valhalla sembra scegliere una strada insolitamente più compassata. Purtroppo, data la poca profondità di molti tra i protagonisti, il risultato non è dei più appaganti. Il fronte inglese inoltre appare completamente scollato da tutto il resto della narrazione e se da una parte è il più interessante, per la buona prova attoriale di David Oakes, dall'altra risulta persino troppo ingegnoso, nelle capacità di Earl Goodwin di prevedere il comportamento della regina e del re. È invece tutt'altro che ingegnosa la vicenda di Freydis, dove la sceneggiatura sceglie di ignorare in più punti la logica per muovere la vicenda a proprio piacimento, così come non convince la facilità con la quale la si lascia agire nel confronto con Olaf a fine stagione.
Il grosso dell'annata è dedicato ad Harald e a Leif, che da Novgorod affrontano un'avventurosa traversata prima sul fiume ghiacciato Dnipro e poi nei territori razziati dai brutali Peceneghi. L'incontro con questa spaventosa popolazione, più e più volte annunciato come quasi inevitabile e probabilmente mortale nel corso della stagione, si rivela un climax narrativo solo per alcuni personaggi comprimari e viene complessivamente risolto in modo sbrigativo. Va senz'altro meglio la prima parte del viaggio, soprattutto per lo sviluppo dei vari personaggi che compongono l'equipaggio della nave, ognuno con i propri segreti e obiettivi personali, che si intrecciano presto nelle relazioni con gli altri partecipanti all'avventura.
Leif si conferma il più malinconico dei vichinghi, poco attratto dalle chiamate degli dèi o dalla ricerca della fortuna in terra, saggio nella navigazione, ma quasi del tutto privo di quella brama per la scoperta che caratterizzava in più punti i protagonisti di Vikings.
A loro è più simile invece l'ambizioso Harald, che però è costretto in una posizione più debole rispetto a Ragnar e ai suoi figli e non arriva quindi ai loro eccessi, magari anche sopra le righe ma che di certo innervavano la serie di tensione. Persino Freydis, che è la più vicina agli dèi e ogni tanto vede il vecchio sacerdote come in sogni a occhi aperti, non vive con la stessa esaltazione il delirio di onnipotenza dei suoi precursori. Infatti anche le sue visioni sono assai meno grandiose e visionarie.
Sono vichinghi più ragionevoli questi di Vikings: Valhalla e si muovono in una serie attentissima alla correttezza politica, con molti spazi per le donne e per i popoli di diverse provenienze. Purtroppo la ragionevolezza non è un gran motore narrativo per un'epica di questo tipo. Inoltre l'assenza di momenti fortemente spettacolari, che hanno sempre caratterizzato la serie, ne fa una stagione che sa di produzione al risparmio e risulta piuttosto deludente.


Titolo: Vikings - Valhalla
Genere: drammatico, storico, azione, avventura, in costume
Episodi: 8
Durata episodi: 44-59 minuti
Trasmissione italiana: Netflix