DEAD TO ME - Stagione 2 - RECENSIONE

Non può che strappare una risata scrivere la recensione di Dead to Me 2, la black comedy dell'assurdo al femminile. Una seconda stagione che conferma l'affiatamento fra le due protagoniste, Jen e Judy, sempre più disposte a tutto l'una per l'altra. Le ritroviamo dove le avevamo lasciate, con un nuovo macigno sulle spalle, un altro omicidio-incidente da coprire e un altro lutto da elaborare.
Jen aveva chiamato Judy, che stava per suicidarsi, per chiederle aiuto perché si era ritrovata con il cadavere di Steve nella piscina di casa propria. Le parti si sono quindi invertite: a causa di un incidente, stavolta è Jen ad aver eliminato l'(ex) fidanzato di Judy, dopo che quest'ultima aveva ucciso involontariamente il marito di Jen. Come reagirà Judy all'accaduto? Riuscirà Jen a farla franca? E le indagini dell'FBI sul denaro riciclato da Steve che ruolo avranno?.
La serie si conferma un continuo "botta e risposta" fra situazioni antitetiche e che vedono le due protagoniste sempre più "amiche per la morte", come recita il sottotitolo italiano del serial. Unite da un lutto, o da più di uno oramai, unite dalle tragedie della vita, unite dall'essere diventate indispensabili l'una per l'altra. Dead to Me riflette ancora una volta sulle fasi di elaborazione del lutto col tono più "leggero" della dramedy, tra una risata amara e l'altra, tra una lacrima che scende su un sorriso e l'altra, mescolando bene i tanti generi che racchiude, e confermando una propria identità ibrida grazie alla scrittura di Liz Feldman.
Siamo di fronte ancora una volta a qualche cliché di troppo e a qualche situazione davvero improbabile, ma è proprio qui che è racchiusa la forza della serie: il suo farsi vanto delle coincidenze surreali che il karma - o un qualunque "essere superiore" in cui Judy crede - "giochi" con le nostre vite, e che prima o poi ognuno di noi debba affrontare le conseguenze delle proprie scelte.
Entrambe le protagoniste confermano la propria chimica e il fatto di essere due donne complesse e ricche di sfaccettature, ma diametralmente opposte: Jen tende alla rabbia e al non esprimere le proprie emozioni, mentre Judy è - nonostante le scelte spesso discutibili - un fiume in piena, che dice sempre ciò che sente dentro e si lascia andare a confessioni il più delle volte non necessarie, fuori luogo e compromettenti.
Nei nuovi episodi nuovi e vecchi volti fanno capolino nella vita delle due donne e - come da copione in questa serie - non fanno che aggiungere problemi su problemi alla già precaria situazione delle due partners in crime. Ci sono Michelle, la figlia di una nuova arrivata alla casa di cura dove lavora Judy, e conosciamo meglio la famiglia di Steve e la vita dell'agente Perez, sempre più alle costole delle due amiche. C'è equilibrio fra i ritorni nel cast dei comprimari e l'ingresso dei nuovi arrivati, anche se con qualche scivolone lungo la strada, in una storia che non è una brutta copia della precedente ma che offre nuove dinamiche e spunti.
Accanto al lutto, alla morte e all'amore, prevalente in questo secondo ciclo è il tema della famiglia e del rapporto fra genitori e figli: da un lato Jen districata fra Charlie e Henry, la suocera Lorna che non fa altro che giudicarla e il dolore forse mai affrontato della morte della propria madre quand'era adolescente. Dall'altro Judy che aiuta Michelle con la propria madre alla casa di cura. Ancora una volta la regia gioca con i flashback in forma di piccoli frammenti di ricordo, quasi delle brevi sensazioni che le protagoniste provano, per raccontare un dolore, quello della perdita, apparentemente incolmabile, se non si ha qualcuno accanto che ti guardi le spalle.


Titolo: Dead To Me
Genere: commedia drammatica
Episodi: 10
Durata: 27-39 minuti
Trasmissione italiana: Netflix