WILDERNESS - MiniSerie - RECENSIONE

Adattamento dell’omonimo romanzo di B.E. Jones, scritta e ideata da Marnie Dickens per la regia di So Yong Kim, con protagonisti Jenna Coleman e Oliver Jackson-Cohen. Ha splendidi titoli di testa e in sottofondo c’è Taylor Swift, il pezzo ha per titolo “Look What You Made Me Do”. 
Si chiama Wilderness – Fuori controllo ed è una miniserie del genere revenge thriller con una forte impronta da procedurale poliziesco e una spiccata attenzione ai moventi psicologici e ai condizionamenti sociali subiti dalla protagonista. O eroina, o strega, o arpia, o vendicatrice, come sceglie di presentarsi agli occhi dello spettatore. Rifiutando la logica schematica e piatta, bidimensionale, della tinta unita, Olivia, questo il suo nome, ingolfa la serie con la sua voce fuori campo per farci capire che lei (non solo) è l’incastro caotico di un mucchio di sfumature. La sua storia sembra la più classica delle rivincite.
Quella tra Olivia e Will è la spudorata contraffazione di un matrimonio perfetto. Liv, da qui in avanti solo il diminutivo, si lascia tutto alle spalle per seguire il marito a New York: l’Inghilterra, un poco esaltante impiego come giornalista/scrittrice (vuole ancora scrivere il suo libro) e un’eredità familiare desolante. Sarebbe a dire che il padre è fuori dai giochi e il rapporto con la madre Caryl è turbolento. Ha persino dismesso il cinismo che le ha fatto da corazza per tanto tempo e le ha impedito, almeno così racconta, di farsi fregare: non ti buttare, non ti farai del male. Questa è la filosofia di Liv, niente di troppo esaltante in termini esistenziali ma non c’è spazio per alternative. Poi conosce Will.
Will è il raggio di sole che la aiuta a uscire dal guscio, l’unico a vederla sul serio, con l’eccezione forse di Ash, la vicina di casa americana che la ama senza troppe speranze. Il problema, come Wilderness – Fuori controllo insinua per vie traverse, non lo indica chiaramente ed è un bene considerando lo schematismo didascalico altrimenti imperante, è che Liv vive in modo troppo affilato. Peccando di troppo cinismo, prima. E di un eccesso di disponibilità, poi. Quando, per non aver scavato abbastanza a fondo nella personalità del marito, finisce per non coglierne l’infedeltà patologica. Cosa fa una moglie tradita quando ha a disposizione una fervida fantasia, un carattere impetuoso e si accorge di aver sacrificato tutto per un uomo che non merita neanche la metà dei suoi sforzi?.

Organizza la vacanza perfetta per sbarazzarsene fingendo un incidente. 
Wilderness – Fuori controllo comincia come la più classica delle fantasie vendicative: i dolorosi antefatti, il piano a prova di bomba (fondamentale farlo scivolare in un crepaccio sulle montagne prima della tappa successiva, Las Vegas), l’immagine social ripulita per non destare sospetti, il volto sorridente a camuffare un cuore nero. La vita, però, si mette sempre di traverso: Cara, l’amante di Will, sono colleghi, il capo è Bonnie, “casualmente” va a fare vacanza con il suo compagno Garth proprio nello stesso posto e nello stesso momento di Liv e Will. La vendetta traballa; dovrà fare i conti, la protagonista, con una coscienza risvegliata dall’intorpidimento, la sua, con la pressione di chi le sta intorno, particolarmente della madre. E con un’inchiesta criminale condotta dai detective Wiseman e Rawlins.
Il viaggio di Liv è complesso, spiazzante e stratificato, più di quanto non suggerisca una lettura affrettata. Cosa definisce, a conti fatti, l’identità di una persona? Le circostanze, i condizionamenti della società, la guerra dei sessi, la famiglia, le cose che ci portiamo dentro e che non confessiamo a nessuno?. Wilderness – Fuori controllo non sa bene come rispondere, fortunatamente; è una serie più lucida della sua intemperante protagonista. Non fraintendete, c’è molto e di giusto nel rancore e nelle rivendicazioni di Liv. Che, molto semplicemente, è stata tradita dalla vita. La famiglia, il patriarcato, un marito non all’altezza che nonostante tutto non può fare a meno di amare, almeno in principio, complicando e di molto i propositi di vendetta. Marnie Dickens nasconde, dietro un’ostinata ricerca di vendetta e un mucchio di passioni forti, molto altro.
Una ricerca di senso, di significato, quel tanto di controllo. Controllo è la parola chiave. Liv ha bisogno di prendere in mano la sua vita. Non dice di no all’amore, al lavoro, all’avventura. Solo, vuole reciprocità e onestà. Mancano? Se le prende a modo suo. Vendetta come mezzo per ottenere controllo, controllo come passepartout esistenziale. Decidere come e quando farla pagare a Will serve alla protagonista per capirsi, conoscersi, fare i conti con la propria identità. Ma la via per il controllo, cioè la via della vendetta, è lastricata di dilemmi morali, imprevisti e scomode domande: può una donna liberarsi dal giogo senza pagare dazio al marcio che una società ingiusta e maschilista le ha riversato contro per tutta una vita? Libera e innocente, è possibile?
La risposta è ambigua e non potrebbe essere altrimenti; l’ambiguità va intesa come dato strutturale di Wilderness – Fuori controllo. L’impressione di commedia nera informata di furore vendicativo lascia spazio, dopo un pugno di episodi, a un cambio di pelle spiazzante, al racconto di scelte dolorose e di conseguenze morali impreviste. Peccato che l’armatura del procedurale poliziesco ingabbi molto delle potenzialità di una serie che potrebbe offrire di più, ma fatica a riuscirci. Finisce per attorcigliarsi sui protagonisti, comunque molto bravi, una Jenna Coleman in bilico tra rabbia folle e controllo, un tormentatissimo Oliver Jackson-Cohen. Sacrificando così le ragioni e le complessità dei comprimari, su tutti l’amante tradita Ashley Benson, che meritavano più profondità per arricchire il quadro di una serie godibile, ma trattenuta dalla sua stessa imprevedibilità.
Ingolfata da un’ostinata ricerca di chiarezza a tutti i costi, chiarezza sulle psicologie, chiarezza sui moventi, Wilderness – Fuori controllo spiega tanto, troppo, tutto e finisce per risultare più legnosa del necessario. Non basta però a scalfire l’impressione generale di un racconto cupo e perversamente ironico, che si fa forte della capacità dei suoi tormentati protagonisti di muoversi su un equilibrio sottile di moderazione e violenza improvvisa.


Titolo: Wilderness 
Genere: drammatico, thriller
Episodi: 6
Durata episodi: 42-58 minuti
Trasmissione italiana: Amazon Prime Video