Spielberg ci stupisce, con questo secondo capitolo, perché, sebbene la storia non brilli per originalità , non sarebbe giusto affermare che Jurassic Park - Il Mondo Perduto è un film brutto o mal riuscito.
Questa volta Spielberg calca la mano e ci presenta un prodotto costruito appositamente per far saltare lo spettatore sulla poltrona. Si perdono i tocchi favolistici del primo episodio e veniamo scaraventati in un'epopea di sangue.
La parte introduttiva è molto breve: ci troviamo subito sull'isola, con Ian Malcom e una flotta di elicotteri che, trasportando jeep, fucili, gabbie e cacciatori, irrompono nella tranquillità del luogo.
La scena della caccia è strepitosa e incredibile per i livelli di perfezione raggiunti dall'animazione dei dinosauri, per la fluidità e la bellezza delle immagini.
Il resto del film è girato quasi tutto di notte. Ed è nel buio, nella pioggia, negli alberi mossi dai giganteschi passi del T-Rex, che l'orrore prende il posto della favola e irrompe, inaspettato, in un film che si presupponeva fosse un clone di secondo livello di Jurassic Park.
Un film cupo angosciante, pauroso per tutta la prima parte; un film che assume toni e caratteristiche dell'horror, puro.
Il paesaggio è brusco, ci sembra, di essere entrati nel baraccone di un luna park, e il film, scampato, fino a quel momento, dall'essere una delle tante americanate in circolazione, proprio grazie alle sue atmosfere dark e poco rassicuranti, si trasforma in uno dei tanti prodotti di quel genere entrando a pieno titolo nel limbo delle occasioni sprecate.