HOME (2015) - RECENSIONE

Un piccolo alieno viene emarginato dalla sua stessa razza, che sta per invadere la terra e confinare gli umani in Australia. Una ragazzina sfugge alla cattura e dovrà cercare di salvare il pianeta con l’aiuto del maldestro reietto.
La DreamWorks torna alla carica con un film d’animazione delizioso, magari non originalissimo e in alcuni frangenti fin troppo derivativo ma di una simpatia ed una sensibilità d’animo per nulla scontate. 
Nella miriada di prodotti di animazione che stanno invadendo ormai il cinema, si contano sulle dita quelli veramente validi. Sono sempre i soliti noti a sfornarli, quando non è Pixar sono i “cugini” della Disney, ostacolati solo da quei romanticoni dello Studio Ghibli. Ultimamente DreamWorks sembrava essere rimasta piuttosto indietro ma con Home è riuscita a farci ricredere. 
La storia di Oh, questo piccolo alieno viola emarginato dai suoi simili perchè maldestro e logorroico, che tenta di salvare la terra dall’invasione insieme alla piccola Tip, ci è piaciuta, tanto. Non è soltanto l’innata simpatica dei due protagonisti e la “chimica” che li lega per tutto il film. E’ soprattutto il modo in cui Tim Johnson ha saputo adattare il romanzo di Quando gli alieni trovarono casa di Adam Rex; intimista e riflessivo quanto basta per non “contaminare” la parte divertente con quella più “drammatica”. E’ tutto perfettamente bilanciato e godibile.

L’unica pecca è che il film risulta essere eccessivamente derivativo in alcuni aspetti e sequenze: gli alieni Boov assomigliano terribilmente ai Minions di Cattivissimo Me, c’è qualche rimando di troppo a Lilo e Stitch (il rapporto tra Oh e Tip è quasi identico) e ci scappa pure qualche omaggio al Miyazaki di cui parlavamo prima. Anche l’idea del “diverso” emarginto non è originalissima ( da Alla ricerca di Nemo passando per i grandi classici come Dumbo e Il gobbo di Notre Dame, siamo sempre lì e la lista sarebbe infinita) e così il film risente un tantinello troppo di questa mancanza di idee innovative. Niente comunque che possa inficiare la visione o sminuirne il valore, anche quello puramente visivo, dato che anche la qualità della mera animazione è altissima. Peccato, per noi italiani, perderci le performance al doppiaggio di Jim Parsons, Rihanna, Jennifer Lopez e Steve Martin. Tra l’altro chiunque potrebbe immedesimarsi nel piccolo Oh proprio per questo; chi non è mai stato responsabile, almeno una volta, di un pasticcio clamoroso?.