OFFSPRING (2009) - RECENSIONE

Quando si vede un film tratto da Ketchum si dovrebbe già sapere quello che ci aspetta: colpi al cuore e allo stomaco senza un attimo di tregua e cose orrende che capitano a gente a cui ci si affeziona. Offspring è ambientato in una piccola città costiera del Maine, ai confini col Canada. Da secoli, lungo la costa si verificano sparizioni ed efferati omicidi. La causa è una tribù di cannibali che vive spostandosi tra Stati Uniti e Canada e assalta le abitazioni, sbranando e facendo a pezzi intere famiglie. La tribù è composta quasi interamente da bambini, anche molto piccoli, ed è guidata da una donna (interpretata da Pollyanna McIntosh) che in quanto a ferocia è seconda solo alla Beatrice Dalle di Inside. E ho detto tutto. I membri di questo clan parlano una lingua tutta loro, o meglio, uno strano insieme di versi che assomiglia vagamente a una lingua.
Vi è quindi una totale impossibilità di comunicazione tra loro e le vittime. Sono bestie che devono nutrirsi e noi siamo la loro cena.
Ci troviamo più dalle parti dei survival horror anni ’70 che del moderno torture porn. Qui non c’è nessuno psicopatico logorroico che inventa trappoloni e impartisce scialbe lezioni di vita ai poveracci che gli capitano a tiro. Qui c’è solo una primordiale e selvaggia battaglia per non finire fatti a pezzi e, quando la violenza esplode, lo fa con una carica anarchica e brutale da lasciare interdetti. C’è splatter e splatter, lo sappiamo bene. C’è quello fracassone e tendente allo slapstick del primo Peter Jackson, c’è quello raffinato e morboso dei nuovi registi francesi, c’è quello patinato e quasi invisibile dei vari Saw e Hostel. E poi c’è quello di Offspring e di altri pochi suoi colleghi che ti sbatte in faccia viscere e intestini e ti soffoca come una malattia mortale. Van den Houten non ci risparmia niente, non gioca con ellissi di montaggio, non mette (quasi) mai gli avvenimenti più atroci fuori campo. Van den Houten ti fa vedere tutto, ma senza compiacimento pornografico; no, lui lo fa mostrandoti il dolore, l’ umiliazione fisica e psicologica, la detonazione dei corpi e la fragilità della carne con quello stile documentaristico che era di casa nei primissimi film di Craven e Hooper. 
Offspring è un horror adulto e violento, con scene seriamente difficili da sopportare, anche perchè spesso tale violenza è inferta da e su bambini, in veste di carnefici e vittime innocenti a seconda non solo dello schieramento a cui appartengono, ma anche della prospettiva da cui ci si mette a guardare il film.

L'inquietudine e il disagio trasmessi da Offspring derivano tuttavia soprattutto dalla feroce rappresentazione della violenza e da un'ottima sceneggiatura a opera dello stesso Ketchum. Purtroppo, Van den Houten, oltre a scegliere bene un cast di attori sconosciuti ma quasi tutti in parte, e a costruire un incipit fulminante, fa poco altro.
Offspring è un horror per appassionati, ma molto, molto appassionati, quasi puristi del genere e con lo stomaco forte.